Era arrivato in punta di piedi, ora tiene in piedi mezza Roma. La trattativa per il rinnovo va per le lunghe, e ora tutti si chiedono: ok, Mile, ma quando?

Certe storie iniziano quando nessuno se ne accorge. E infatti, quando è arrivato a Roma, Mile Svilar sembrava uno di quei nomi da cui ci si aspetta poco. Un vice tranquillo, uno da allenamento e Coppa Italia, buono per le amichevoli in Slovenia e le partitelle al Tre Fontane. E invece.
Invece Svilar ha fatto quello che a Roma riesce a pochi: si è preso la scena in silenzio. Niente proclami, zero selfie da protagonista, nessuna dichiarazione ad effetto. Solo parate. Una dietro l’altra. Fino a diventare una certezza granitica. Il portiere che salva, che tiene a galla, che si prende pure la standing ovation all’Olimpico. E adesso?
Adesso siamo al capitolo in cui i complimenti vanno messi nero su bianco. E per la Roma, abituata a farsi trovare impreparata proprio quando dovrebbe correre, è un passaggio delicato.
La Roma vuole tenere Svilar. Su questo non ci sono dubbi. Sta lavorando al rinnovo e i segnali sono positivi. L’ottimismo c’è, anche se serve ancora un piccolo sforzo per trovare la quadra: da un lato c’è l’ingaggio (si parla di 4 milioni per un ragazzo che ora è finito sul taccuino del Bayern e dello United), dall’altro c’è la questione clausola rescissoria, su cui il braccio di ferro è ancora aperto.
Il club vorrebbe alzare l’asticella e inserire una cifra che protegga l’investimento. Parliamo di circa 70 milioni di euro, un numero che a Trigoria suona come “blindato”. ma che dall’altra parte del tavolo rischia di sembrare un po’ fuori scala. Ed è forse lo scoglio più alto di tutti da superare.
Svilar, l’equilibrio tra ambizione e riconoscenza. Ma soprattutto: quando?
Il punto vero è questo: la Roma non può permettersi di sbagliare. Ha trovato un portiere forte, giovane, che ha saputo reggere pressioni che avrebbero fatto tremare i polsi a gente più navigata. Non è solo una questione di rendimento. È questione di personalità, di spirito. E anche di gratitudine.

Un portiere così, a queste cifre, non lo trovi tutti i giorni. Tenerlo alle giuste condizioni è il modo migliore per costruire qualcosa di solido. La trattativa c’è, è viva, ed è seria. Ma non c’è ostilità. C’è una voglia condivisa di chiudere, di continuare insieme.
E se tutto andrà come deve, tra qualche settimana parleremo di questo rinnovo come di una delle mosse più intelligenti fatte dalla Roma in questi anni. Senza clamori, senza proclami. Un po’ come Svilar, che intanto sta riflettendo e dovrà prendere presto una decisione: la domanda che si stanno facendo tutti, infatti, è passata da qualche tempo da “cosa farà Svilar” a “quando si chiude ‘sta storia“.
In fondo è questo il problema delle telenovelas: le guardi, ti appassionano, ti incollano allo schermo, ma a un certo punto il copione inizia a ripetersi e inizi a stancarti. Chiedendoti: ok, ma come finisce? A occhio e croce è ciò che stanno provando oggi i tifosi della Roma sulla questione portiere.